SDO-SURS: Special & Diving Operations-Submarine Rescue Ship
L’Italia è da sempre una delle nazioni più all’avanguardia nella condotta di operazioni subacquee, sia in campo civile che militare, attraverso l’impiego sia di operatori che di mezzi subacquei. Lo sviluppo delle tecniche di esplorazione dei fondali e la realizzazione di mezzi in grado di navigare in tre dimensioni nell’ambiente marino è da sempre un fiore all’occhiello nel novero dei campi specialistici e di sviluppo tecnologico dei quali la Nazione si pregia.
Contestualmente, la delicatezza delle operazioni in parola ha consentito e richiesto il parallelo sviluppo di tecnologie e dispositivi volti a tutelare la vita umana curando i disagi discendenti dagli incidenti che possono avvenire nel corso delle delicate operazioni svolte in profondità. In quest’ottica, l’assetto navale dedicato alla salvaguardia dei sommergibili e al supporto delle operazioni subacquee ha sempre rappresentato una capacità sia di importanza vitale per il Paese sia, in considerazione dell’unicità della piattaforma sullo scenario Mediterraneo, di valenza strategica al tavolo della cooperazione internazionale.
Pertanto, il progetto nasce dall’esigenza di realizzare una Unità altamente specializzata per la ricerca ed il soccorso di sommergibili sinistrati ed in grado di fornire supporto ad un ampio spettro di attività subacquee, sia militari che civili, ed operazioni speciali.
La SDO-SuRS sostituirà Nave Anteo, ormai giunta a fine vita operativa dopo oltre quarant’anni di impiego ed attraverso la sua spiccata polivalenza e flessibilità di impiego sarà in grado di svolgere i seguenti principali compiti:
– condurre in autonomia le operazioni di ricerca, identificazione, soccorso e salvataggio dell’equipaggio di un sommergibile sinistrato (Submarine Rescue Ship);
– fornire supporto alle attività subacquee della Marina Militare e ad attività subacquee organizzate in ambito civile a favore della collettività e degli interessi del Paese;
– prestare soccorso e assistenza medico-specialistica a personale civile e militare colpito da patologie connesse all’attività subacquea;
– assicurare il ruolo di Unità Supporto per le operazioni dei Reparti subacquei (Gruppo Operativo Subacquei, GOS) della Marina;
– operare nel ruolo di Unità Supporto per l’attività operativo-addestrativa a connotazione subacqueo – anfibia del Reparto Incursori (Gruppo Operativo Incursori, GOI) della Marina;
– assicurare il supporto ad un Comando Forze Speciali “deployable” imbarcato.
L’unità avrà caratteristiche idonee per potersi riconfigurare, a seconda della missione assegnata, per operare sia in ruolo di unità di supporto per le operazioni dei Reparti Subacquei della Marina, che di Unità di soccorso ai sommergibili sinistrati sino alla quota di 600 metri, mediante l’impiego di un sistema deployable nazionale di soccorso in dotazione all’Unità ovvero anche attraverso l’impiego di altri sistemi disponibili presso Marine alleate (ad esempio il Nato Submarine Rescue System (NSRS) della NATO ed il Submarine Rescue Diving Recompression System (SRDRS) della US Navy). La Nave disporrà, altresì, di specifiche capacità sanitarie per il trattamento in emergenza di personale colpito da patologie subacquee di grave e media entità.
Nell’ambito della progettazione preliminare è stata definita di massima la configurazione della piattaforma che tuttavia è suscettibile di modifiche nel corso della progettazione esecutiva che verrà eseguita dal Cantiere nell’ambito del contratto di acquisizione della nave: